Immagine di copertina alternativa con diversa composizione dei personaggi a sinistra. |
Oggi è uscito il nostro nuovo libro a fumetti.
Si
intitola Piazza della Loggia - Non è di maggio ed è il primo di due
volumi (il secondo uscirà tra un anno) sulla strage di Brescia del 28
maggio 1974.
Qualcuno, dopo aver letto Piazza Fontana penserà che siamo monotematici: un'altra piazza, un'altra strage, gli anni Settanta.
Ne valeva la pena?
Ce lo siamo chiesti noi per primi.
Tutto è iniziato a Milano il 12 dicembre 2009.
Eravamo al
Piccolo Teatro di Via Rovello, per la lunga diretta che Radio RAI 3 dedicò al
quarantesimo anniversario della strage di Piazza Fontana. Poco prima del nostro
intervento ascoltammo le testimonianze raccolte fra gli universitari milanesi.
Voci sconcertanti: chi addebitava la strage alle BR, chi all’estremismo
islamico. Già nel 2004 e nel 2005 due sondaggi, condotti fra gli studenti delle
scuole superiori di Brescia e Bologna, avevano fornito risultati analoghi.
Poche le risposte corrette, molti “non sa o non risponde”, poca consapevolezza
dei contesti storici, le rispettive stragi addossate con alte percentuali al
terrorismo “rosso” o a matrici stravaganti.
Le voci degli studenti milanesi non erano dunque una novità,
ma il sapore era ugualmente amaro, in quella ricorrenza. E lo era ancora di più
sapendo che in quei giorni, nel totale disinteresse dei media, era in corso un
processo per la strage del 28 maggio 1974 in piazza della Loggia, a Brescia:
con ogni probabilità l’ultimo riguardante le stragi italiane, da Piazza Fontana
in poi.
Sempre il 12 dicembre 2009 Luigi Ferrarella scrisse sul
Corriere della Sera: “Sarebbe un serio
gesto di responsabilità, tra tanti pur doverosi omaggi al quarantennale della
strage del 1969, che giornali e tv si assumessero l’impegno di seguire con
continuità, d'ora in avanti, le udienze del processo di Brescia … almeno 40
righe sui giornali o un minuto nei Tg che raccontino come vanno le udienze di
questo processo, in un angolino tra il plastico di Cogne o le chat di Amanda …
” (l'articolo completo qui).
"Non è di maggio" è l'incipit a Le ceneri di Gramsci di Pasolini, ma anche il titolo di una bella canzone dei fratelli Severini.
Maggio è la stagione del risveglio della natura dopo l'inverno.
Ma è anche una stagione della vita.
Questo libro racconta la storia di otto uomini e donne a cui quella stagione è stata negata da una bomba esplosa in un cestino portarifiuti durante una manifestazione antifascista.
Ci abbiamo lavorato due anni e mezzo e il secondo volume è ancora in cantiere.
Ne valeva la pena?
Per noi che abbiamo scritto e disegnato sicuramente sì.
Speriamo altrettanto per voi che leggerete.
Il vostro contributo è gradito.
Buona lettura,
Francesco "Baro" Barilli e Matteo Fenoglio
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